Descrizione
“Dobbiamo riflettere, oggi più che mai, sui valori per i quali i nostri avi hanno combattuto per l’Unità d’Italia, ossia sulla pace, la solidarietà e la coesione. La guerra è sempre sbagliata e ingiusta, perché distrugge l’umanità. Noi di Lusia abbiamo subìto pesantemente le conseguenze dell’ultima guerra quel drammatico 20 aprile del 1945 e i nostri padri da quelle ceneri hanno ricostruito un paese oggi florido e vivace. Abbiamo il dovere morale di trasmettere quello spirito di sacrificio e attaccamento alla democrazia ai nostri giovani”.
Con queste parole il sindaco di Lusia Luca Prando ha reso onore domenica 3 novembre, ai caduti di guerra, anticipando la giornata commemorativa dell’Unità d’Italia di oggi e la festa delle Forze Armate, deponendo la corona al parco delle Rimembranze davanti a quel che resta della torre campanaria, al cui interno sono custodite le lapidi delle vittime del bombardamento che rase al suolo l’intero comune.
La cerimonia è iniziata con il saluto solenne alla presenza del sindaco Prando, accompagnato dall’agente della polizia locale Cristian Medea, dal Brigadiere capo Alessandro Saltarin e dal carabiniere Alessandro Perrini del Comando di Lendinara, con la benedizione del parroco don Enrico Schibuola.
Poi le autorità, a cui si è unita il nuovo assessore Sofia Marinello, si sono spostate a Cavazzana dove è stata celebrata la messa nella chiesa di San Lorenzo, molto partecipata dalla cittadinanza che, al termine, si è radunata davanti al monumento dei caduti della piazza, dove sono apposti tutti i nomi di coloro che hanno perso la vita in nome della libertà.
“Il prossimo 20 aprile 2025 ricadrà l’80esimo anniversario del bombardamento – ha ricordato il sindaco Prando –. La storia ci sta insegnando che purtroppo da quelle esperienze ancora non abbiamo imparato. Stiamo vivendo un periodo storico a livello internazionale difficile e ci ritroviamo ancora oggi a richiamare i valori di pace e democrazia. Queste giornate di commemorazione, così come quella che stiamo organizzando per il 20 aprile, non devono essere solo delle ricorrenze, ma rappresentare un segnale forte, un messaggio chiaro contro le guerre che deve restare impresso nelle coscienze di tutti noi”.